Il Barone Rampante è un romanzo di Italo Calvino pubblicato nel 1957. Narra la storia di Cosimo Piovasco di Rondò, un giovane nobile ligure che, il 15 giugno 1767, all'età di dodici anni, sale su un leccio e decide di non scendere più. Questo gesto di ribellione contro l'autorità paterna e le convenzioni sociali diventa una scelta di vita radicale.
Cosimo costruisce un suo mondo sugli alberi, imparando a muoversi con agilità tra i rami, a cacciare, a coltivare un orto pensile e a mantenere relazioni con il mondo sottostante. Sviluppa una profonda conoscenza della natura, studia, legge e partecipa attivamente alla vita sociale del suo tempo, diventando un punto di riferimento per il villaggio di Ombrosa.
Nel corso degli anni, Cosimo incontra diversi personaggi, tra cui:
Cosimo si impegna in attività sociali e politiche, difendendo gli oppressi, promuovendo riforme illuministe e combattendo contro le ingiustizie del suo tempo. La sua vita sugli alberi diventa un simbolo di libertà, autonomia e impegno civile.
Il romanzo si conclude con la morte di Cosimo, avvenuta in modo singolare: ormai anziano e infermo, si aggrappa alla fune di un pallone aerostatico di passaggio e viene trascinato via, scomparendo nel cielo. La sua fine rappresenta un'ultima, definitiva fuga verso la libertà, un'affermazione del suo spirito indipendente e anticonformista.
In sintesi, Il Barone Rampante è una fiaba filosofica che esplora temi come la libertà individuale, il rapporto tra l'uomo e la natura, l'importanza dell'impegno civile e la ricerca di un significato nella vita. È un'ode all'originalità, alla coerenza con le proprie idee e alla possibilità di creare un mondo proprio, anche al di fuori delle convenzioni sociali.
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